Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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Terre e uomini lontani
 

Con la giornata missionaria mondiale si chiude l’Ottobre Missionario, all’insegna quest’anno di S. Paolo 1° missionario. La nostra parrocchia ha ancora sensibilizzato la comunità perché si apra la nostra solidarietà ai problemi della missionarietà. Le bustine distribuite dai collaboratori dell’Ottobre Missionario sono ritornate in chiesa con le loro piccole o grandi offerte che verranno devolute alle missioni. Com’è tradizione nella grande Associazione “Cuore Amico” di Brescia, terra generosa di missionari, è stato appena assegnato il Premio Annuale a chi, nelle terre di missione, si è distinto per zelo e operosità. Sicuramente tutti i missionari religiosi e laici meritano un grande riconoscimento per il loro evangelizzare che si concretizza in un valido, enorme lavoro: offrire gli strumenti per una vita migliore. Sono state premiate due figure eccezionali: padre Bruno Ghiotto, saveriano che ha rischiato la vita in Africa, nel Burundi, martoriato da anni di guerra. Nel periodo più drammatico dovuto alle lotte tra le diverse etnie non ha mai abbandonato la popolazione al suo destino. Di lui e del suo lavoro arrivava con difficoltà qualche notizia, era Storia che veniva riportata anche su qualche quotidiano. Dal ’71 all’’85 nelle zone più colpite dai conflitti razziali padre Bruno si è prodigato col suo programma: acqua, casa, lavoro, salute e istruzione, realizzando un dispensario, scuole, acquedotto e centrale elettrica. Nel periodo più duro, nell’’82, è stato l’unico missionario a non essere espulso “per il bene del Paese”, decretò il Governo. Dal 1985 al 2000 sempre in Burundi, ma in altra missione, ha costruito un piccolo ospedale, l’impianto di pompaggio d’acqua ad energia fornita da pannelli fotovoltaici, scuole e case in grado di resistere agli agenti atmosferici, incoraggiando il passaggio dalla tradizionale capanna alla casa in muratura. Ha aperto una scuola d’agricoltura insegnando a coltivare la terra nelle sue diversificazioni e a usare l’aratro. In altra missione ha aperto un centro artigianale, un ospedale maternità e un acquedotto. Ancora tanto ha operato sia nell’attività pastorale che nello sviluppo sociale in un Paese qual è il Burundi che tra i più poveri del mondo, conta una mortalità infantile tragica e una speranza di vita tra le più brevi: 39 anni! Terra bella e selvaggia, il Burundi, depredato da una passata colonizzazione, guerre e malattie devastanti: lebbra e malaria, aids e povertà. Eppure ciò che padre Bruno ha seminato con tanto cuore e intelligenza sta cominciando a dare i suoi frutti.
La seconda è suor Lucia Armanni, che opera in Kenia, premiata per la grande dedizione all’insegnamento ai bimbi poverissimi. A rischio della sua vita ha aiutato uomini e donne durante i drammatici disordini tra le varie etnie. Così viene descritta da chi collabora con lei: “Un bravissimo agricoltore, madre tenerissima con i bambini e bravissimo architetto nel realizzare scuole e altre opere. Ha dedicato tutte le sue energie per la promozione della donna in paesi in cui la donna è poco considerata. Apre e conduce una grande scuola materna seguita da altri istituti scolastici, è sempre attiva nel dare sostegno e assistenza alle famiglie. Con la forza che solo lo Spirito dà, ha salvato tanti bambini dall’eccidio e sfamato carcerati politici durante i gravi disordini provocati dalla guerra tra le due etnie, che si contendono la vittoria delle ultime elezioni. Collegate telefonicamente con l’ambasciata italiana suor Lucia e le consorelle fornivano notizie sulla situazione che venivano trasmesse anche all’estero, poiché Rongo, nel sud del Kenia, per vari mesi, non potè essere raggiunto neanche dagli aiuti umanitari. Talvolta, forse a giustificare la nostra indifferenza, si sente dire di aiuti che non arrivano ai destinatari, sarà pure capitato, ma non lasciamoci condizionare.
Qualche giorno fa ho sentito Anna Rita Bolacchi, la nostra suora missionaria in Brasile, che ha ancora il problema del depuratore dell’acqua per i bambini della sua “favela”. La corruzione dell’amministrazione pubblica è tale che gli stanziamenti governativi non arrivano mai a destinazione in quell’immenso paese che è il Brasile. Suor A. Rita conta ed è grata del sostegno dei suoi concittadini e non dispera di riuscire a realizzare il suo progetto: “rendere potabile l’acqua”. Vogliamo aiutarla in questo umanitario obiettivo? Diecimila euro sono tantissimi, ma il poco di molti può diventare TANTO!

 

Mariolina Lussu

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