Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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NEL MISTERO DEL NATALE
 

Le giornate orami si fanno sempre più corte, la quantità di luce sempre minore, la notte avanza cosi presto e noi così necessariamente volti verso la luce accendiamo in fretta le nostre luci, per rischiarare e poter continuare a vivere nella notte ormai calata. Ed è questo il periodo dell’anno, in questo dicembre in cui la chiesa celebra la nascita del Salvatore, del Dio con noi venuto a rischiarare la nostra notte. Ed è questo che noi cerchiamo, questa luce, che riscalda e da vita nella notte che cala così presto, questa nuova luce, non quella fredda delle vie scintillanti, preparate a festa, ma quel calore, quella luce che dissipa, irrompe e sfolgora nella notte del nostro cuore.
Il nuovo sole, che sorge da Oriente, il nuovo sole che sorge in quel 25 di dicembre, non un giorno a casa tra i tanti del calendario, ma tre giorni dopo quel 22 dicembre in cui il “ vecchio” sole muore nel suo solstizio e la notte prevale sul giorno. La luce ha la sua durata più limitata e la notte il suo corso più lungo, ma tre giorni dopo il nuovo sole inizia la sua corsa cresce ed irrompe seppur lentamente nelle nostre giornate, che piano, piano aumentano. Torna la luce, torna la vita: Dio torna tra Dio. Ecco che in quella notte tra il 24 e il 25 dicembre, noi cristiani celebriamo il natale del Signore, in cui Dio si fa carne e viene ad abitare in mezzo a noi, per portarci un messaggio di amore, perché quando si ha a che fare con Dio, che si parli di nascita o si parli di morte si ha sempre a che fare con l’Amore. Un messaggio che non conosce confini, né razze o popoli; un messaggio che Gesù porterà avanti nella sua vita su questa terra con le parole e gli atti, ma che già nella sua nascita si esplica in maniera dirompente. Messaggio d’Amore appunto, di umiltà di un Dio che nasce povero tra i poveri nella stalla di un piccolo villaggio come Betlemme di Efrata, da una fanciulla di nome Maria e da un povero falegname, Giuseppe, della casa di Davide. Il Dio umile, silenzioso, il Dio d’amore disceso a rischiarare la terra con quello stesso amore che noi cerchiamo cosi ardentemente, che spesso non riusciamo a trovare tra le persone, troppo prese da se stesse o dal mondo, quell’affetto che ci è necessario per sentirci più forti, per poter andare avanti con più coraggio,con più speranza. Quel bambino, a cui l’angelo Gabriele impose il nome di Gesù, nato da Maria, viene anche quest’anno ad abitare in mezzo a noi. La sua venuta non è un momento di passaggio, ma uno stare stabile in mezzo a noi, non quindi un momento di passaggio, ma lo stare in mezzo a noi e con noi, nella nostra terra, tra le nostre case. Quel bambino, quella luce che porta con sè, quell’amore indiviso, sconfinato che porta nella notte dalla terra dev’essere davvero accolto da noi, con cuore umile e aperto accogliendo in noi la luce che erompe da Lui, cosicché anche noi possiamo diventare un nuovo sole, una nuova luce che possa rischiarare le tenebre del mondo.
Buon Natale a tutti.

 

Fabrizio Tola

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