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Partirono da Villacidro e Decimomannu
 

gli aerei che bombardarono Roma nel 1944
di Gianni Rivolta

 

Quello del 3 marzo fu un bombardamento in grande stile con 184 apparecchi che sganciarono complessivamente 1.742 ordigni, una quantità enorme. A conforto dei danni subiti dal raid aereo, presso l’Archivio Centrale dello Stato è depositata una nota della Questura di Roma datata 6 marzo il cui oggetto è incursione aerea del 3 marzo 1944 su Roma: “La mattina del 3 corrente verso le ore 11 aerei nemici in diverse ondate hanno sorvolato la Capitale sganciando numerose bombe in diversi quartieri della città. Sono rimasti colpiti diversi centri abitati, si hanno a deplorare numerose vittime tra la popolazione civile. I danni maggiori sono stati riportati nella zona del quartiere Ostiense, dalla Piazza San Paolo a Piazza del Gazometro. Le abitazioni in gran parte sono crollate ed altre minacciano di crollare. Il deposito viveri Fiorini, colpito in pieno, è stato distrutto dalle fiamme. La linea ferroviaria Roma-Civitavecchia, nel tratto adiacente al Campo boario è stato sconvolto dalle bombe, che hanno centrato molti carri ferroviari tra cui uno carico di munizioni. Una bomba, caduta tra il Piazzale Ostiense e Piazza Porta San Paolo, ha divelto ambedue i binari del tram, un’altra bomba demoliva il sottopassaggio tra l’edificio della Porta San Paolo e la Piramide Cestia. Diverse bombe danneggiavano il cimitero degli acattolici. Alla Garbatella, in via Benzoni, crollavano i due fabbricati siti ai numeri 5 e 7. Il piano stradale di detta via era reso impraticabile e la circolazione della linea tranviaria n.22 restava interrotta. Venivano gravemente danneggiati anche alcuni stabili di via Pigafetta. A tutt’oggi sono stati accertati 140 morti e 157 feriti. F.to: Il Questore P.Caruso.”
Il numero dei morti risultò dal Resto del Carlino del 7 marzo ben superiore: forse, oltre 400 le persone che avevano perso la vita e ancora più elevato il numero dei feriti. Il 7 marzo fu un altro giorno tragico per l’Ostiense e per la Garbatella. Un ricognitore inviato su Roma assicurò al 42° Stormo americano che le condizioni del tempo erano positive. Dunque si poteva partire. Quel giorno furono coinvolti i gruppi di bombardieri che avevano colpito i quartieri quattro giorni prima: il 17° bomb group, il 319° e il 320°. Ecco nel dettaglio come andarono le operazioni: Trentanove bimotori del 17° si alzarono dalla base alle 8,40 e si diressero in formazione verso l’isola di Zannone, nell’arcipelago Pontino, dove si incontrarono con i caccia Spitfire del 31° gruppo di copertura. Alle 11,04 erano sul cielo della Garbatella e 36 B-26 Marauder scaricarono da 2.600 metri 179 bombe da 500 libbre (18 a scoppio ritardato). Alcuni di questi micidiali ordigni caddero a 300 metri circa ad ovest della stazione ferroviaria proprio sull’Albergo Bianco di Piazza Biffi, il lotto 41, causando una strage. Finito il lavoro, rientrarono alla base di Villacidro alle 12,45.
Dalla base di Decimomannu, alle 9,08, decollarono 35 bimotori sulla stessa rotta e alle 11,29 erano sul bersaglio scaricando, dai vani bombe, 189 ordigni da 2.800 metri di quota. Gli aerei rientrarono alle 13,26. Furono colpiti i gazometri dell’Ostiense, da dove si sprigionò un vastissimo incendio, il cui fumo raggiunse 1.400 metri di altezza. Dopo un’altra mezz’ora arrivarono i bombardieri del 319° con gli Spitfire del 52° gruppo statunitense. I 35 aerei, che volavano tra i 3.200 e i 3.700 metri, scaricarono al suolo 203 bombe da 500 libbre e ritornarono alla base alle 14,30. La maggior parte delle bombe finì il lavoro di distruzione dei gazometri per poi prendere di mira i magazzini e i binari. La ricognizione fotografica permise di accertare i danni dei tre attacchi: furono centrati gli edifici della stazione,i marciapiedi, i cavalcavia ferroviari, altre attrezzature e numerosi vagoni fermi sui binari. Furono colpiti il mattatoio, l’officina del gas con i gazometri e la centrale elettrica.
Il Messaggero dell’8 marzo così titolava: Roma nuovamente bombardata. Chiese, case popolari, istituti religiosi, tra i quali “Tata Giovanni”, nidi d’infanzia colpiti e distrutti nei quartieri Ostiense, Ardeatino, Testaccio, Portuense. Sgancio di bombe sulla Salaria, la Cassia e la Camilluccia.Verso le 10,45 di ieri mattina si spargeva la notizia che i quartieri di Trastevere, della Garbatella e dell’Ostiense erano ancora una volta presi di mira dall’aviazione anglo-americana. La mattina era chiara, non c’era alcuna possibilità di equivocare, tuttavia le case del popolo e le chiese dei credenti venivano sistematicamente colpite dalle bombe…”. Titoletto del capoverso Sulle case popolari: In via Ostiense, in via dei Conciatori e in via Pellegrino Matteucci sono stati completamente distrutti i negozi e i magazzini della Società di specchi e decorazioni E. Squarzanti.
Il terrore che viene dal cielo si è abbattuto sul popolarissimo quartiere della Garbatella. Un salvataggio difficile è stato felicemente portato a termine in via Ignazio Persico. Nel Lotto 41 –una delle notissime case popolari del quartiere- che è andato distrutto seppellendo nelle macerie sei morti, era rimasta bloccata nel rifugio una bimba di 2 anni, Andreina Proietti. Un Vigile del Fuoco, dopo due ore di aspra fatica, riusciva ad estrarre salva la bimba. In simili condizioni sono stati compiuti altri 12 salvataggi, tra i quali quello di un ragazzo di 8 anni”.
In conclusione, sull’Ostiense e sulla Garbatella, nello spazio di 54 minuti, si scatenò l’inferno.
I 105 Marauder fecero cadere dal cielo 571 bombe da 500 libbre per più di 142 tonnellate di esplosivo. Una quantità massiccia che rase al suolo lo scalo ferroviario e parte della zona industriale, ma che causò la morte di tanti civili, tra cui i 50 dell’Albergo Bianco della Garbatella.

 

(da Cara Garbatella, periodico dell’Ass.Cult.Cara Garbatella- Anno IV, Aprile 2007)
(a cura di: Gian Paolo Marcialis)

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