Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Beato Nicola da Gesturi
 

E' l’ultima figura francescana, in ordine di tempo, vissuta a Cagliari, a raggiungere la gloria degli altari, dopo S. Salvatore da Horta e S. Ignazio da Laconi. Nello stesso convento di Cagliari, visse santamente il cappuccino fra’ Nicola da Gesturi. Il suo nome era Giovanni Medda. Nacque il 5 agosto 1882 a Gesturi. Sesto dei sette figli di Giovanni Medda e Priama Cogoni Zedda, di umili condizioni sociali, ma onesti e religiosi. A quattro anni nel 1886, secondo le usanze del tempo, ricevette la Cresima. Aveva appena cinque anni quando morì il padre e tredici quando morì la madre. Il ragazzo, allora, venne affidato al suocero di sua sorella Rita che lo tenne come servo. Giovanni trascorreva le sue giornate tra il lavoro dei campi e la custodia del bestiame. Morto il suo padrone, passò stabilmente in casa della sorella, sempre come servitore puntuale ed onesto. A 14 anni, il 18 dicembre 1896 Giovanni Medda ricevette la Prima Comunione. Anche dal cognato per il quale lavorava, non volle ricompensa in denaro, accontentandosi del poco vitto e dell’alloggio in un bugigattolo. La mortificazione in cui viveva fu lo stimolo ad aspirare alla vita sacerdotale, ma la povertà era un ostacolo insormontabile. Trascorsero così altri anni, lavorando e coltivando in sé la vocazione che avvertiva sempre più forte. Aveva 29 anni quando nel marzo 1911, presentato da un’ottima relazione del parroco di Gesturi, entrò nel convento cappuccino di S. Antonio a Cagliari, come Terziario oblato. Dopo due anni, il 30 ottobre 1913 vestì l’abito cappuccino prendendo il nome di fra’ Nicola. Qualche mese dopo fu trasferito al convento di Sanluri, dove fece l’anno di noviziato ed emise la prima professione solenne. Era addetto alla cucina per un lungo periodo, ma venne trasferito nuovamente a Cagliari, nel 1924, con l’incarico della questua in città. Per 34 anni svolse questo delicato compito con tenacia e pazienza, sempre percorrendo a piedi con ogni tempo (pioggia, freddo, caldo) molti chilometri ogni giorno. Dopo un primo periodo di umiliazioni, la gente vide che quel frate era una persona eccezionale e le offerte in denaro o in natura, venivano date con più generosità. Man mano che gli anni passavano la sua figura divenne sempre più popolare per Cagliari e paesi vicini; molti lo avvicinavano per chiedere consigli, domandavano preghiere, lo invitavano ad entrare in casa e negli ospedali per dare conforto agli ammalati. Si verificarono guarigioni improvvise tanto che la sua fama aumentò in breve tempo. Era diventato l’amico e il confidente di tutti e fermato in continuazione, per cui non riusciva più a coprire l’intero territorio, che di solito prima percorreva in un giorno. La sua era diventata ormai una “presenza” indispensabile; ascoltava tutti, ma i privilegiati erano i poveri che visitava anche nelle loro misere case. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la città di Cagliari divenne una delle più bombardate d’Italia. Tutti quelli che potevano, se ne allontanavano. Anche i frati del convento di S. Antonio furono trasferiti altrove, meno quattro, fra i quali il Superiore e frate Nicola che non volle spostarsi. Tolta la clausura, in convento furono accolti sfollati e persone rimaste sole. Fra’ Nicola si prodigava per aiutare e consolare tutti. La sua opera non fu circoscritta al convento. Andò a soccorrere la folla di miserabili e cenciosi che si erano rifugiati nelle tante grotte sparse per la città. Dopo ogni bombardamento egli accorreva sui luoghi disastrati per portare aiuto ai feriti, consolare tutti e seppellire i morti. Il 1° giugno 1958, stremato nel fisico, si presentò al Padre Guardiano e gli disse: “Padre non posso più” e chiese di essere esonerato dalla questua. Il Superiore intuì subito che frate Nicola si avvicinava alla fine. Il giorno dopo fu ricoverato in ospedale e operato d’urgenza. Ma tutto fu inutile. Dopo quattro giorni si spense serenamente. Era l’8 giugno 1958. Aveva 76 anni. La fama della sua santità era grande e i funerali videro la partecipazione di una folla imponente. Decine di migliaia di persone, di ogni ceto sociale, resero omaggio alla sua salma. Dal 1966 al 1971 si ebbe il primo processo per la sua beatificazione che avvenne il 3 giugno del 1999. Il 6 giugno 1980 i suoi resti furono traslati e tumulati nella Cappella del Convento dei Cappuccini a Cagliari. La sua celebrazione liturgica cade l’8 giugno.

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