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Donare ricevere un sorriso
 

Far divertire è un grande mestiere, faticoso ma soddisfacente. È proprio questo che abbiamo imparato a fare, seguendo il corso di clownterapia che anche quest’anno il Liceo Piga ha offerto a noi allievi. Il progetto, della durata di venti ore, è stato proposto e sostenuto dalla prof.ssa Salis, e portato avanti da due esperti formatori clown, Giovanni ed Attilio. Gli obiettivi prefissati sono stati tutti pienamente raggiunti; ci siamo cimentati in alcune tecniche fondamentali di clowneria, abbiamo appreso che oltre al naso rosso, ai vestiti colorati e alle scarpe buffe, per diventare un vero clown occorre essere se stessi e usare la propria fantasia e creatività. Certo, anche le sculture di palloncini hanno fatto la loro parte, rendendo l’ambiente sempre più allegro e vivace. Nei vari incontri ci siamo messi in gioco vincendo le nostre paure e le nostre timidezze, abbiamo scoperto alcuni aspetti, spesso nascosti, della nostra personalità, abbiamo imparato l’arte del divertimento, ma soprattutto, il valore della solidarietà e l’importanza di essere attenti alla realtà delle persone meno fortunate di noi. Ci sono stati proposti numerosi esercizi, alcuni richiedevano la nostra totale attenzione, altri davano libero sfogo alla fantasia, ma tutti quanti ci hanno permesso di interagire in maniera positiva con i nostri compagni di corso; si è venuta così a creare una meravigliosa atmosfera di condivisione e collaborazione. Il corso si è concluso con una piccola festa: un’occasione per metterci alla prova e mostrare il clown che c’è dentro ognuno di noi. Giovanni ed Attilio sono stati per noi degli eccellenti maestri, li ringraziamo per averci insegnato la più preziosa delle arti, quella del sorriso donato e ricevuto, perché donare e ricevere un sorriso rende felice il cuore. Con la speranza e il desiderio di portare ovunque gioia e allegria, attendiamo con impazienza il corso del prossimo anno, per proseguire un bellissimo percorso che ha sicuramente arricchito il nostro cammino di crescita.

 

Marcella Urigu

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  2007: ANNO EUROPEO DELLE PARI OPPORTUNITA’ PER TUTTI
 

Il primo gennaio 2007 ha preso il via l’Anno Europeo delle Pari Opportunità per tutti, ciò significa che “tutti” hanno il diritto di godere di un uguale trattamento e di vivere una vita libera da qualsiasi discriminazione. Il 2007 si occuperà quindi di arginare e, sarebbe auspicabile, cancellare del tutto le discriminazioni basate sul genere, sulla razza o origine etnica, sulla religione o la diversità di opinione, sulla disabilità, sull’età e sugli orientamenti sessuali. Il budget stanziato è di 15 milioni di euro che verranno utilizzati per varie campagne di sensibilizzazione, concorsi e un “Summit per le Pari Opportunità” a cui parteciperanno ministri ed enti che si occupano di queste tematiche. Gli obiettivi chiave in questi 12 mesi sono quattro: diritti, rappresentanza, riconoscimento e rispetto. Leggendo queste informazioni nel sito della Commissione Europea- Rappresentanza in Italia, ho trovato molto interessante il punto che riguarda i “VANTAGGI DELLA DIVERSITA’”, si afferma che è importante trarre forza dalle differenti opinioni e dalle molteplici etnie, che molte aziende stanno investendo in questo senso e che ne hanno avuto un beneficio economico. Un’azienda, infatti, che può contare su ampie e diverse conoscenze avrà anche prospettive e progetti differenti. Si legge “L’Europa è una società prospera perché in essa confluiscono popoli con esperienze e culture molteplici, per avvalersi di tale ricchezza, di competenze e talenti è necessario che nessuno sia escluso”. Ritengo che la Commissione Europea abbia fatto un gran passo e ho appurato con gioia che è da tempo che si occupa di questo tema, nel sito c’è proprio una pagina completamente dedicata alle misure comunitarie di questi anni -direttive e politiche- volte a combattere le discriminazioni. Se ogni Nazione riuscirà a gestire con intelligenza e razionalità il budget che gli è stato affidato si potranno fare grandi cose. Consideriamo che già nelle scuole d’infanzia la diversità è protagonista, sono frequentate da bambini di diverse etnie, di cultura e religioni differenti e accoglierli risulterà più semplice se verranno organizzate campagne di sensibilizzazione adeguate. E’ una grande occasione per imparare –finalmente- ad accettare il prossimo e far si che la convivenza sia sempre pacifica e volta all’integrazione del “diverso”. L’aggettivo “diverso” ha poi una valenza tutta particolare, se una persona è diversa da noi significa che anche noi siamo diversi da lui! Se accolgo la diversità degli altri sarà più semplice e probabile che gli altri accetteranno la mia.

 

Francesca Ortu

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