Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Cresima: sacramento dell'addio?
 

Quando tra presbiteri, operatori pastorali, educatori e catechisti si parla della cresima, spesso, con una battuta la si definisce il“sacramento dell’addio”. Alla ricerca di soluzioni allora ci si interroga sul meccanismo che scatta su buona parte di quei ragazzi che decidono di “fare” la cresima, passo che dovrebbe essere una scelta consapevole e accettata nella pienezza del suo significato, come culmine di un percorso di formazione durato sei lunghi anni e come inizio di una nuova fase nella vita del cristiano. Nella riflessione sono coinvolte tutte quelle persone che fanno parte di questo processo di fede e primi fra tutti i ragazzi, che affrontano un percorso dove la cresima è il momento in cui la Chiesa, con il sigillo dello Spirito Santo, riconosce l’autenticità del discepolo alla sequela del Signore. I protagonisti si formano nel tempo a contatto con le varie realtà formative (famiglia, catechisti, animatori) dalle quali assorbono i diversi valori: la testimonianza della fede è dunque una catena ininterrotta che parte dalla scelta dei dodici apostoli, passando attraverso i secoli per giungere fino a noi: <<Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: Seguitemi, vi farò pescatori di uomini. Ed essi subito lasciate le reti lo seguirono.>>(Mt 4,18-20), Gesù chiama, e non a caso il primo approccio con il catechismo è proprio la presentazione della figura di Gesù che si rivolge a ciascuno di noi chiamandoci per nome. Tutti i battezzati (e chi si accosta al sacramento della cresima è un battezzato) rientrano in questa dinamica di chiamata. È l’invito rivolto dal Cristo a coloro che ascoltano la sua Parola: <<Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il suo sapore, con che cosa lo si potrà render salato?>>(Mt 5,13). E allora questo cammino di sequela a Cristo, percorso di conoscenza e di fede, sfocia nella scelta libera di prendere un impegno importante. Qualche volta, però, capita di percepire il cammino di catechismo come strutturato in vista della sola ricezione del sacramento finale: dopo la cresima si terminano i “corsi”, non c’è più “l’obbligo” di andare a messa, si è “liberi” da ogni costrizione. E invece è proprio quello il momento culminante di un cammino insieme: si prende l’impegno di essere testimoni del Cristo Risorto. Gesù dopo aver trascorso la sua vita terrena, e istruiti i suoi discepoli, prima di salire al cielo, dona loro lo Spirito Santo perché possano andare nel mondo ad annunziare la sua Parola: questo è il senso della cresima! Non un punto di arrivo, bensì un punto di partenza, dal quale, dopo aver ricevuto tutti gli strumenti necessari, viene dato l’invio missionario: andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato.>>(Mt 28,19) Inserite in questa riflessione e seguendo quest’ ottica nascono dunque le proposte per la prossima estate: nel periodo che va dal 20 al 30 agosto (data ancora da definirsi) ci sarà il campo scuola interparrocchiale per i cresimandi (13-14 anni), esperienza che permetterà nella gioia, nel gioco, nel relax, ma anche nella riflessione e nella preghiera di rinnovare e approfondire le motivazioni di una scelta tanto importante qual è la cresima, partendo dalla necessità di non perdersi dopo aver percorso un pezzo di strada insieme.

 

Don Massimiliano

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