Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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Un angelo in più
 

Nel coro dei bimbi, mancava una voce, nella banda un flauto e nella 4^ B, tutta riunita, una alunna era assente. Lei era lì avvolta nel freddo legno bianco. Un fiore spezzato, non ancora sbocciato, che da lassù gioiva tra gli angeli per l’amore che le si stava dimostrando. Un amore misto a dolore e tanto rimpianto. Una bara bianca strazia sempre il cuore, ma quando si conosce chi ci ha lasciato e la fatalità che l’ha portata via, si rimane sconcertati, increduli. Una voce dentro non fa che ripetere: ma perché! Perché Dio lo ha permesso. A lui era data la facoltà di evitarlo. Perché l’ha lasciata a quel tragico destino? Questo è il grande mistero che fatichiamo a capire e ad accettare. Rimane un vuoto incolmabile e ci si aggrappa al pensiero che Dio aveva per lei un altro progetto. Il dolore, quel caldo pomeriggio di fine luglio, era palpabile nel cuore di tutti coloro che hanno scelto di esserci. Migliaia i presenti che hanno voluto stringersi attorno per condividere un dolore che è diventato dell’intera comunità parrocchiale. E sì, perché Emanuela era felice in colonia, andava ormai da diversi anni. Le piaceva il mare e quel clima di gioiosa condivisione, quasi di festa continua, che gli animatori e gli assistenti sanno offrire a tutti i bambini che ogni estate trascorrono in quella confortevole struttura una bella vacanza. I dieci giorni di mare, sole, giochi e spensierata vita comunitaria stavano per concludersi quando quella tristissima sera del 23 luglio, un malessere, forse più forte di altre volte, ha spento improvvisamente il suo cuoricino, rendendo vano ogni intervento di soccorso. Strazio, disperazione, dolore e un senso di grande vuoto ho letto nel volto della mamma e del papà. Gli stessi sentimenti erano nell’animo di Don Giovannino e degli operatori della colonia che da sempre si adoperano perché l’attività estiva della parrocchia che prosegue da oltre quarant’anni, consenta a tutti gli ospiti di stare davvero bene. E’ accaduto invece quanto di peggio potesse mai accadere, lasciando in tutti loro un segno profondo che tarderà ad attenuarsi. Già alle prime ore del mattino del 24 luglio, Villacidro era avvolta da una strana cappa di mestizia, c’era uno silenzio nell’aria che quasi disturbava. Poi, dai diversi quotidiani la notizia devastante. La mente era sconvolta assalita da mille pensieri. Si può morire a neanche dieci anni, mentre stai vivendo felice coi tuoi coetanei una serena vacanza? La vita a volte e beffarda, colpisce e schiaccia nei tempi e nei modi impensabili cogliendo sempre impreparati. Nei suoi quasi dieci anni, Emanuela aveva conquistato chiunque la conosceva e non c’è stata persona alcuna che non abbia tessuto di lei un profilo ricco di belle qualità. Impegno, interesse assiduo e profondo a scuola, chiudendo ogni anno scolastico col giudizio “ottimo”. Educata, dolce, sensibile e responsabile, il ricordo delle insegnanti che l’hanno avuta alla Scuola dell’Infanzia. Impegnata nel coro della parrocchia e assidua al catechismo. Col suo flauto si stava preparando a far parte della banda cittadina, e ne era entusiasta. Era voluta bene da tutti perché la sua mitezza, la sua dolcezza, le sue doti erano davvero uniche. Il vuoto che ha lasciato è incolmabile, soprattutto per i suoi genitori che non l’hanno più accanto, ma Emanuela è quell’angelo in più che da lassù veglierà su loro, aiutandoli a dare un senso a questo distacco e a lenire il loro dolore.

 

M.Rita Marras

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