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Santi Magi d'Oriente
 

Il Martirologio Romano riporta al 24 luglio, la celebrazione della traslazione delle reliquie dei tre Magi da Milano a Colonia, in Germania. In questa città le reliquie sono oggetto di grande culto, sin dal 1162, quando Federico I Barbarossa, dopo la conquista di Milano, fece trasportare le reliquie a Colonia deponendole nella cattedrale di S. Pietro. I Magi erano certamente persiani e contrariamente a come si ama rappresentarli, erano tutti e tre di pelle chiara, appunto come i persiani. L’episodio dell’adorazione del Bambino è raccontato solo nel Vangelo di Matteo (2, 1-12), la narrazione, di questi personaggi, sotto il profilo storico, è carente e molto semplice. Durante il regno di Erode il Grande (72 a.C. - 4 d.C.) alcuni Magi di cui non si fa né il nome, nè il numero, vennero dall’Oriente a Gerusalemme, guidati da una stella apparsa in cielo, per chiedere dove era nato il re dei Giudei; determinando con la loro domanda, sia in Erode sia nel popolo, sorpresa e timore. Si consultarono i sommi sacerdoti e il Sinedrio e in base al passo di Michea nel Vecchio Testamento, indicarono Betlemme come la città dove il Cristo doveva nascere. Erode stesso lo comunicò ai Magi, pregandoli di fargli sapere quando l’avrebbero trovato, affinché anch’egli potesse adorarlo. Riapparsa la stella con loro gioia, giunsero a Betlemme dove trovarono il Bambino con Maria sua madre e prostrati l’adorarono, poi aperti i loro forzieri gli presentarono i doni: oro, incenso, mirra. Essendo poi stati avvertiti in sogno di non ripassare da Erode, per un’altra via ritornarono ai loro Paesi. Fin qui il racconto evangelico, che però nei secoli e millenni successivi ha acceso la curiosità di studiosi e la fantasia creativa di tanti artisti che li hanno raffigurati in adorazione nelle loro ‘Natività’. Chi erano? Matteo indica nella parola ‘Magi’ una categoria di persone pie, degne di stima e venerazione, visto che Dio rivela proprio a loro l’avvento dell’inizio della Redenzione con la venuta di Cristo, ma nel Vecchio Testamento la parola significa, astrologi, incantatori, maghi. Probabilmente costituivano una casta sacerdotale o di sapienti che seguivano la dottrina religiosa di Zoroastro. Essendo studiosi di astrologia, avevano visto la stella luminosa e sapendo che il popolo ebraico aspettava un messia, si recarono a Gerusalemme. Per alcuni esegeti, non è escluso che Dio illuminasse con grazia speciale il loro animo. E’ soltanto un’ipotesi che fossero re. La maggior parte degli studiosi li descrive come uomini sapienti, amanti dei segreti del cielo e desiderosi della verità. Anche il numero di tre è incerto. Nelle pitture dei primi secoli sono raffigurati in numero di due, quattro, sei, otto. Il primo storico ad indicare il numero di tre è Origene (183-254), teologo e filosofo cristiano e sembra basarsi sul numero dei tre doni portati. L’episodio narrato nei vangeli sembra che sia avvenuto quando il Bambino Gesù aveva sui due anni. I dipinti dei primi secoli presenta il Bambino già grandicello. Del resto Erode nella famigerata ‘strage degli Innocenti’, fece uccidere tutti i bambini fino ai due anni. S. Agostino invece parla di tredici giorni dopo la nascita. I doni sono simbolici, ma inerenti all’uso dei tempi. L’oro è sinonimo di ricchezza e benessere, la mirra, profumo semiliquido, è usato anche come sostanza purificante. Gli Egizi l’usavano con altre sostanze per l’imbalsamazione; l’incenso produce un odore, da sempre usato in tutte le corti orientali per il fasto, l’omaggio, l’adorazione. Anche i Romani ne appresero l’uso passando poi nell’uso liturgico cristiano. I nomi comparvero per la prima volta in un manoscritto di Parigi del secolo VII. Essi erano: Bithisarea, Melchior, Gathaspa. Il sacerdote cronista, Agnello, invece, nel secolo IX, scrisse che i Magi si chiamavano Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, nomi che sono poi divenuti comuni in tutto l’Occidente. E da questo momento, la fantasia popolare prese a galoppare. Dei tre, Baldassarre divenne un nero. Inoltre, alcuni si misero a descrivere anche come erano vestiti, facendoli provenire, a seconda degli abiti, da luoghi diversi. Diedero loro un’età e simboli, Gaspare la giovinezza, Baldassarre la maturità, Melchiorre la vecchiaia. Sarebbero stati battezzati da S. Tommaso apostolo, giunto in seguito nella regione e consacrati vescovi; il tutto giustificandolo con il lungo periodo delle loro vite Melchiorre (116 anni), Baldassarre (112 anni), Gaspare (109 anni). I cristiani riconoscono in loro i testimoni della ‘rivelazione’ della venuta di Cristo, subito dopo gli umili pastori. Fino a poco tempo fa in Occidente il giorno dell’Epifania era considerato la festa dei Re Magi; con il nuovo Martirologio Romano invece ci si è affiancati alla tradizione orientale, cui in questo giorno si celebrano le varie manifestazioni di Gesù, come l’adorazione dei Magi, il battesimo di Gesù, il miracolo delle nozze di Cana.

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