Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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Beata Maria Emma Euthymia Uffing
 

Emma Üffing, questo il nome di Suor Maria Euthymia, nacque l'8 aprile 1914 in Germania, ad Halverde. Lo stesso giorno fu battezzata nella chiesa parrocchiale. Maria Emma crebbe insieme a dieci fratelli e sorelle nell'ambiente tipico di un piccolo paese. La famiglia numerosa e profondamente religiosa e la vita ecclesiale caratterizzarono la sua infanzia e la sua gioventù. Una forma di rachitismo rallentò il suo sviluppo fisico, lasciandola di salute cagionevole per il resto della vita. Nonostante ciò, non si lamentava mai, non si indignava quando subiva un'ingiustizia. Frequentò la scuola elementare con diligenza e perseveranza giungendo ad ottenere sempre ottimi risultati. Il 27 aprile 1924, Emma ricevette la prima comunione e il 3 settembre dello stesso anno la cresima. Ogni giorno assisteva alla Messa. Era una bambina devota e silenziosa, ma serena, che colpiva per il suo atteggiamento assorto durante la preghiera. Già all'età di 14 anni Emma espresse il desiderio di farsi suora. Il 1 novembre 1931 cominciò la sua formazione come apprendista di economia domestica nel vicino ospedale di Sant'Anna a Hopsten. Qui fece la conoscenza delle suore misericordiose di Münster. La madre superiora della casa, Suor Euthymia Linnenkämper, apprezzava l'atteggiamento sempre servizievole e disponibile di Emma. Secondo una testimonianza di una compagna di scuola «per Emma nessun lavoro era troppo umile. Era amata e rispettata da tutti nella casa. L'8 dicembre 1932 morì il padre. Giorni prima era andata a casa dei genitori per aiutare la madre ad assisterlo perchè gravemente malato. Era la prima volta che Emma assisteva un malato e che era presente durante l'unzione degli infermi, un servizio che più tardi avrebbe compiuto ancora tante volte al capezzale di moribondi. Dopo aver concluso il suo apprendistato, il 1° maggio 1933, Emma tornò a casa dei genitori e nel marzo del 1934, con il consenso di sua madre, chiese, attraverso una lettera alla casa madre di Münster, di essere ammessa nella congregazione delle Suore della Misericordia. Dopo un'iniziale esitazione, la direzione dell'ordine decise di accettare la sua richiesta. Il 23 luglio entrò nella congregazione delle Suore della Misericordia come postulante. Prese il nome Euthymia, in memoria della madre superiora. Il suo grande desiderio di una vita al servizio di Dio e degli uomini si realizzò l'11 ottobre 1936, quando prese i voti semplici. Durante tutto il periodo del suo postulato e del suo noviziato si era preparata a questo giorno in maniera intensa e coscienziosa. In una lettera a sua madre scrive: «Ho trovato colui che il mio cuore ama; voglio afferrarlo e non lasciarlo mai più». Il 30 ottobre 1936 Suor Maria Euthymia fu trasferita all'ospedale San Vincenzo di Dinslaken. Dopo un breve periodo nel reparto femminile, si dedicò all'assistenza dei malati del reparto d'isolamento, che era situato in una baracca di legno ed era intitolato a Santa Barbara. Con la sua tipica perseveranza e precisione si preparò agli esami teorici e pratici per l'assistenza ai malati. Il 3 settembre 1939 conseguì il diploma di infermiera con il massimo dei voti. Un anno dopo, il 15 settembre 1940, Suor Maria Euthymia pronunciò i voti solenni. Durante il periodo della guerra la povertà aggravò il lavoro di assistenza ai malati. Nel 1941, a Suor Maria Euthymia fu affidata l'assistenza dei prigionieri di guerra e dei lavoratori stranieri. Il sacerdote Emile Eche, che visse diversi anni come prigioniero di guerra nell'ospedale di Dinslaken, fornisce di lei una straordinaria testimonianza. Nel contatto con i malati era piena di una carità e di una gentilezza che venivano dal cuore, niente era troppo per lei. Pregava con i malati e si preoccupava affinché potessero ricevere i Sacramenti. Quando si accorse che i prigionieri di guerra, spinti dalla fame scavavano nei bidoni della spazzatura, chiese insistentemente del pane, preparò dei panini imburrati e li mise nei bidoni che in precedenza aveva puliti, affinché li potessero trovare. Faceva del bene anche sotto minaccia di una pena. Dopo la guerra, le fu affidata la direzione della lavanderia a Dinslaken e tre anni dopo quella della grande lavanderia della Casa Madre e della clinica San Raffaele a Münster. Nonostante amasse tanto l'assistenza ai malati, si adeguò senza problemi a questo nuovo incarico. Nonostante la fatica del lavoro, rimase sempre gentile e disponibile e aveva un sorriso e una parola buona per tutti. Viveva il quotidiano in maniera del tutto straordinaria. Il poco tempo libero, lo passava in preghiera davanti al tabernacolo. Molti che la conoscevano, le chiedevano già allora di intercedere per loro nelle sue preghiere. Morì la mattina del 9 settembre 1955, per una grave forma di cancro, dopo lunghe settimane di sofferenze. Subito cominciò ad essere venerata anche oltre i confini della Germania.

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