Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Paolo, Apostolo
 

Nel bimillenario della nascita dell’Apostolo Paolo di Tarso che, secondo gli storici si colloca tra il 7 e il 10 dopo Cristo, il Papa il 28 giugno scorso ha aperto solennemente l’anno Paolino, infatti sino al 28 giugno del 2009 gli eventi liturgici, culturali e sociali saranno ispirati alla spiritualità di San Paolo, per far conoscere sempre meglio l’eredità e l’insegnamento di questo straordinario santo che, ingiustamente, non gode della popolarità di altri semplici santi invocati dalla fede popolare. A Roma, nella Basilica di S.Paolo fuori le mura il Papa, sempre il 28 giugno, ha aperto una porta dedicata all’Apostolo e con i rappresentanti delle altre Chiese cristiane l’ha varcata per raggiungere il sarcofago di Paolo posto a 1 metro e 30 centimetri al di sotto della pavimentazione e reso visibile dai lavori iniziati 6 anni fa. Ma chi era Paolo di Tarso? Gli Atti degli Apostoli ci narrano la sua straordinaria storia: nato nella città turca di Tarso, apparteneva a una famiglia farisea di ricchi commercianti ebrei con il diritto di cittadinanza romana, titolo che i romani conferivano alle famiglie importanti. Perciò al nome Saulo gli fu aggiunto il nome Paolo. Ebbe una severa educazione ebraica illuminata dalla cultura greca, parlava l’ebraico e il greco, compì i suoi studi a Gerusalemme con la guida del maestro Gamaliele, dottore fariseo che difese gli apostoli nel Sinedrio e grande esperto della Sacra Scrittura. Benché vissuto nello stesso tempo di Gesù, Paolo non lo incontrò mai, poiché negli anni della predicazione di Gesù egli non era a Gerusalemme, ma vi fece ritorno dopo la Crocifissione e fu presente alla lapidazione di Stefano, primo martire cristiano. Paolo inviato dal tribunale ebraico fu un convinto e grande persecutore dei seguaci di Gesù: li cerca e li fa condannare. Ha un carattere forte e determinato sia nel perseguire con la spada le nascenti comunità cristiane sia nell’annunciare Cristo dopo la prodigiosa conversione. Negli Atti degli Apostoli al capitolo 9 si legge che Saulo mandato dal Sommo Sacerdote partì con un seguito a Damasco alla ricerca dei seguaci di Gesù per condurli in catene a Gerusalemme, quando improvvisamente una forza misteriosa lo getta a terra dal suo cavallo mentre una luce intensa lo avvolge e una voce lo chiama: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” “Chi sei signore” chiese Paolo, “Io sono Gesù che tu perseguiti…” e la voce gli impose di entrare in città dove avrebbe saputo cosa fare. Gli uomini che erano con lui, ammutoliti e avvolti dalla stessa luce udirono la voce e preso per mano Paolo, divenuto cieco, lo condussero a Damasco. Paolo non mangiò e non bevve per tre giorni finché Anania, mandato dal Signore, gli restituì la vista. “Quel Gesu”, gli disse “che ti è apparso sulla strada mi ha mandato da te perché tu riabbia la vista e sia pieno di Spirito Santo” e da allora Paolo, pur tra la diffidenza di molti, diventerà Apostolo tra le genti, instancabile nella predicazione nelle piazze, nelle sinagoghe, nelle scuole, ovunque ci sia qualcuno o tanti disposti ad ascoltarlo: giudei e pagani detti gentili si convertono alla nuova fede e credono in Gesù il Messia. Paolo, così coraggioso e forte, da lezioni anche a noi cristiani del III° millennio. Non per niente Paolo è chiamato l’Apostolo delle comunicazioni e la società San Paolo, fondata sul suo esempio, vuole meritarsi il nome che porta. Paolo-Saulo non è solo il loro patrono ma un gigante della fede, grande esempio di apostolato e missionarietà è stato il primo a proclamare il vangelo di Cristo attraverso 3 grandi viaggi nei paesi bagnati dal Mediterraneo. Ora ci si chiede stupiti: come ha potuto un uomo solo, 2000 anni fa, viaggiare tanto? 20mila chilometri circa: a piedi, in barca in balia dei venti e delle tempeste e con tante disavventure tra cui la prigionia, le autodifese in tribunale, l’assistenza alle comunità nascenti, le lettere d’insegnamento e di esortazione a tutti i gruppi che in nome di Cristo condividevano i propri beni sostenendosi a vicenda. Barnaba, levita e cugino di Marco evangelista, uomo generoso e pieno di Spirito Santo accompagnò Paolo nel primo viaggio apostolico. Paolo e Barnaba giunti ad Antiochia vi rimasero per un anno istruendo una gran folla, e qui per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani. Molte furono le tribolazioni, le ingiuste accuse, le catene, il lungo cammino, la sua autodifesa, il racconto della sua conversione, l’incessante predicazione, i prodigi e le guarigioni operate. Il saluto di Saulo prima di partire nel suo ultimo viaggio verso Roma lasciò tutti in lacrime, nelle sue ultime parole ricordò ai suoi più fedeli che alle proprie necessità e a quelle di chi stava con lui egli stesso provvedeva con le sue mani, sostenendo che ognuno con il proprio lavoro può e deve prendersi cura dei deboli poiché è donando che si riceve.

 

Mariolina Lussu

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